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Giro 1966: Gianni Motta...al Vetriolo!

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Quell'aria di primavera: Merckx, Motta e la Sanremo del 1967

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  Un tempo il 19 marzo era giorno di festa. E lo fu sino al 1977, anno in cui si decise di sopprimere alcune festività ritenendo che in tal modo si sarebbe incrementata la produttività delle imprese. Di quella della pubblica amministrazione non si discuteva, perché Brunetta non era ancora comparso sulla scena politica. Poi, in barba ai proclami e per risarcire i lavoratori di quello scippo, vennero inventate le festività soppresse: a San Giuseppe si sarebbe lavorato, ma il giorno incautamente sottratto al riposo sarebbe stato recuperato. I conti tornavano, dunque, ma non era la stessa cosa. Perché le feste si caratterizzano per qualche evento e anche quella di San Giuseppe non faceva eccezione. In quelli che sarebbero stati chiamati "i Sixties" c'erano la Milano-Sanremo e lo Zecchino d'oro. Due appuntamenti irrinunciabili con due dirette televisive una dietro l'altra. E capitava che Mago Zurlì, il conduttore del concorso canoro per bambini, facesse spesso r...

Aspettando il Giro dell'Appennino: Motta e i compiti per le vacanze

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  Alla conclusione della prima media ( era l’anno scolastico 1969/1970) l’insegnante di lettere   ci assegnò i compiti  per le vacanze     Tra gli altri, dovevano comporre alcuni temi e “cronache”, relative   a vicende vissute nel periodo estivo. Dopo le mitiche “ Gita a Bardonecchia ” e “ In Svizzera , a vedere la Swissminiatur di Melide ” ( oltre ad una più modesta “ Punta Chiappa ”), non poteva mancare la cronaca del Giro dell’Appennino di quell’anno. Il quaderno l’ho conservato, a distanza di oltre cinquant’anni. L’insegnante in questione era la professoressa Bruna Iskra ( “rinata” Zanutel, come amava sottolineare) , una squisita signora di origini istriane, che mi fece scoprire   i racconti di Dino Buzzati. La ricordo con affetto anche per questo. E per avermi consentito di scrivere la cronaca del Giro dell’Appennino.