Giro 1976, Torri del Vajolet: non soffiò il vento del cambiamento...
Avevo comprato una Lacoste di colore granata nella primavera del 1976. Potenza della suggestione. Quella che derivava dalla vittoria in campionato del Torino, ventisette anni dopo la tragedia di Superga. "Torino granata e pro-le-taria!": c'era chi lo gridava scandendo bene le parole e sperando che la vittoria della squadra di "Pupi Puliciclone" potesse essere di buon auspicio in vista delle elezioni politiche anticipate del 20 giugno, quelle della auspicata svolta a sinistra. Per una manciata di giorni non avrei potuto esprimere il mio voto: i diciott'anni li avrei compiuti il 7 luglio, ma quella maglia voleva essere anche un chiaro segno di schieramento perché il voto alla "Balena bianca" non l'avrei dato, nonostante i suggerimenti di un mio amico , che credeva al rinnovamento portato avanti da Benigno Zaccagnini. Avrei votato radicale, forse, o socialista. E non tanto per gli equilibri più avanzati di cui parlava Francesco De Ma