Mémoires du Tour. 3 Luglio 1952 : il giorno di Carrea, l'Orco in giallo

 






Un amico ciclomatore, che ogni anno andava puntualmente in bicicletta da Sestri Levante a Castellania, per rendere omaggio a Fausto Coppi, mi raccontava che sulla via del ritorno, a Cassano Spinola,  si fermava a salutare “Sandrino” Carrea , il famoso gregario del Campionissimo.

Un saluto  sentito e doveroso perché Carrea lo meritava, eccome. Me lo descriveva come fosse un gigante, un omone all’apparenza burbero che  metteva soggezione  al primo incontro.



Andrea Carrea, di Gavi, è stato uno dei giganti del Tour, più di quanto non dica quella maglia gialla conquistata il tre Luglio del 1952, sul traguardo di Losanna.

Quel giorno Carrea si trovò in fuga insieme ad altri ed all’arrivo neppure si rese conto di avere conquistato il simbolo del primato, Tant’è che  un gendarme dovette andarlo a prelevare in albergo per la premiazione.




Il giorno successivo fu il primo ciclista a salire all’Alpe d’Huez  in maglia gialla e si sentì  sollevato nel  cederla al suo Capitano, quasi che l’averla indossata per un giorno fosse stato   un atto sacrilego.

Era una forza della natura e sembrava  tagliato con l’accetta , come tanta gente  della sua terra  , con quel naso inconfondibile che sembrava un aratro




Aveva fatto la guerra, ed era stato deportato in Germania.  Passato professionista nel 1949, divenne uno dei fedelissimi di Coppi.

Fu soprannominato l’orso, il cinghiale. Per l’Equipe era addirittura l’orco : e pensare che era nato nella  terra del Cortese!

Domani il Giro d’Italia femminile farà tappa a Ovada e  passerà su quelle strade che lui  percorreva in allenamento, attraversando Tagliolo, Lerma. Mornese e  Montaldeo , ad un tiro di schioppo da Gavi .

Le strade di Fausto e Serse Coppi, certo,  ma anche quelle  di “Sandrino” Carrea,  che indossò la maglia gialla  sulle strade di Francia.

 

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