I Lombardia di Bitossi: uno sguardo dal ponte ( di Lecco)
Franco Bitossi ha avuto un rapporto speciale con il Giro di Lombardia-
In tredici partecipazioni consecutive ( dal 1964 al 1976) il
campione toscano è salito sei volte sul podio: due vittorie, due secondi e due terzi posti
costituiscono un ruolino di marcia di tutto rispetto. Se si aggiunge
,poi, che ha ottenuto anche un quarto
posto, che non si è mai classificato oltre il nono e che solo in un’occasione è
stato costretto al ritiro, ben si può dire che il Lombardia sia stata la sua
corsa.
Ma nelle prime partecipazioni ha dovuto soffrire non poco, a
causa degli attacchi di tachicardia da cui era affetto e che lo costringevano a mettere il piede a terra in
attesa che il cuore mettesse giudizio.
Poteva capitare in qualsiasi momento di ogni gara: prima di
affrontare una salita , durante
un’ascesa, in un tratto in falsopiano.
Ma al Lombardia, no. Nella corsa delle foglie morte c’era solo
un punto in cui Bitossi era costretto a fermarsi: il ponte di Lecco.
Sembrava una leggenda, tant’è che , all’epoca, c’era chi
non ci credeva .
Gianni Mura, nel 1967 giovane cronista, ricordò che la sera del Giro di Lombardia di quell’anno
ricevette una telefonata in redazione in cui uno sconosciuto interlocutore manifestava
la propria incredulità : la cosa lo
spinse a recarsi in Toscana per intervistare Franco e approfondire la questione con il dottor
Falai, il medico della Filotex
Questi confermò che per quattro anni consecutivi Franco si
era dovuto fermare sul ponte di Lecco e sottolineò il fatto che
l’idea del ponte richiamava nel campione di Camaioni l’idea della crisi,
e il nesso associativo era tanto forte che la crisi gli veniva sul serio :
Pavlov ed i riflessi condizionati , insomma .
Lo stesso Bitossi , ha più volte confermato nel tempo che
i quattro stop sul ponte di Lecco non erano frutto dell’immaginazione
giornalistica,
Una volta ricordò che nel 1966, durante la Coppa Agostoni,
ebbe crisi continue: il terzo posto finale, alle spalle di Gimondi e Merck fu la
goccia che fece traboccare il vaso. Al termine della gara prese il treno e ritornò a casa meditando, come era successo
altre volte, di farla finita con il ciclismo.
Ma due giorni dopo c’era il Giro di Lombardia e venne
convinto a partecipare . Sul ponte di Lecco arrivò la
consueta crisi , talmente grave da
costringerlo a ritirarsi . Ebbe però una reazione d’orgoglio e giurò a se
stesso che l’anno dopo sarebbe ritornato per vincerlo. La promessa fu
mantenuta: vinse l’Agostoni e il
Lombardia.
Anche quella volta, tuttavia, la crisi arrivò puntuale, sul ponte di Lecco: Franco si fermò per riprendere fiato attorniato dai suoi gregari che lo incitavano a continuare : "Andiamo , Franco, che verrà il bello", gli dicevano. Quando risalì in sella, doveva recuperare due minuti dai primi.
Riuscì a rientrare e
sull’Intelvi, quando mancavano una
sessantina di chilometri al traguardo, passò in vetta da solo con quasi due
minuti di vantaggio su Merckx e Gimondi
Felice era scatenato all’inseguimento: sul San Fermo il
vantaggio del fuggitivo era sceso a cinquanta secondi . Bitossi resistette e arrivò sulla pista dello stadio di Como a braccia alzate
Fu la prima vittoria in una classica monumento e la sua
investitura tra i grandi del ciclismo.
Quando raddoppierà , nel 1970, il suo cuore avrà messo giudizio, e non
ci sarà bisogno di fermarsi ancora un volta sul quel ponte: raggiungerà
Gimondi e insieme arriveranno al Sinigaglia dove Bitossi, in maglia tricolore, batterà allo
sprint il campione bergamasco.
Potrebbe esserci una spiegazione al perché
la
vista di un ponte, di quel ponte, suscitasse in Franco particolari emozioni
Nel suo paese di origine ( Camaioni, una frazione del Comune di Carmignano) era costretto a salire su una barca se voleva raggiungere la
riva opposta dell’Arno. Si prodigò sin dal 1964 perché venisse costruito un
ponte e quando l’opera venne realizzata, negli anni Settanta, la popolazione
locale lo chiamò ponte Bitossi .
Forse, un giorno, sul
ponte di Lecco verrà apposta una targa a lui dedicata , in ricordo delle sue memorabili imprese al Giro di Lombardia.
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