I magnifici otto: quel Giro d'Italia al computer
Claudio Ferretti fu uno dei radiocronisti più amati a
cavallo tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso.
Sapeva raccontare con passione gli eventi sportivi : calcio,
pugilato e, soprattutto, ciclismo.
Seguì in moto diverse edizioni del Giro d’Italia di quegli
anni, e fu particolarmente prezioso quando, nel 1974 e nel 1975, la Rai non
trasmise in diretta le tappe di quelle edizioni. Memorabile la sua radiocronaca nell’ultima tappa del
Giro 1975: fu grazie a lui che seguimmo la sfida tra Bertoglio e Galdos sullo
Stelvio.
Nella primavera del 1980 ideò una trasmissione radiofonica (
“ I magnifici otto” ) che , tra aprile e
maggio, andò in onda nel primo pomeriggio su Radiouno.
Il Giro d’Italia, quello vero, sarebbe stato preceduto da un
Giro virtuale corso al computer da otto campioni del passato (Girardengo,
Binda, Bartali, Coppi, Bobet, Anquetil, Gimondi, e Merckx) che si sarebbero
dati battaglia sulle stesse tappe dell’edizione del 1980.
Nel calcolatore installato
nel centro elettronico Rai di Torino vennero inseriti quanti più dati
possibili : vittorie e piazzamenti dei
partecipanti, albi d'oro delle classifiche Internazionali e
dei più grandi avversari degli otto protagonisti, caratteristiche tecniche di ognuno oltre ad ulteriori
elementi per far sì che la sfida
virtuale fosse credibile.
Ogni giorno Claudio Ferretti, poco dopo le 14 , effettuava una vera e propria radiocronaca della
tappa sulla base di quanto elaborato dal calcolatore elettronico :
fughe, passaggi in vetta ai GPM, forature e cadute rendevano verosimile la
cronaca della corsa. Accanto a lui, Bruno Raschi commentava da par suo.
Magni, escluso dalla contesa virtuale, commentava ogni giorno le tappe sulla
"Rosea" e non c’era quotidiano che non dedicasse almeno un trafiletto
all’evento: l’operazione "vintage", insomma, suscitò curiosità e,
sulle ali della nostalgia, contribuiva ad alimentare le attese per il Giro
reale.
Non mancarono neppure discussioni e polemiche, alimentate –
tra gli altri - da Defilippis, Baldini e, soprattutto, da Gino Bartali che
accusò il computer di essere coppiano
Ma come andò quel Giro corso al computer?
Anquetil si impose, correndo ai 50 all’ora nel cronoprologo di Genova, precedendo Merckx
di undici secondi, e Coppi di tredici. Conquistò la maglia rosa, e rafforzò il suo primato in classifica nella
quinta tappa, la cronometro Pontedera – Pisa , di 37 chilometri. Il francese
lasciò Coppi a 28 secondi , Merckx a 55, Gimondi a 1’ e 24 e Binda a 1 e 51. La
classifica generale cominciò a delinearsi : la maglia rosa aveva 39 secondi su Coppi,
1 e 04 su Merckx, 1 e 40 su Gimondi e
2 e 10 su Binda.
Bartali, più staccato
nella generale, lasciò il segno ad Orvieto, nella tappa del Monte Amiata
: lo strappo finale consenti a Ginettaccio di aggiudicarsi il successo,
precedendo Coppi e Merckx di un solo
secondo, Binda di tre, Gimondi di sette. Anquetil e Girardengo patirono lo strappo
finale, ma il ritardo contenuto consenti al normanno di mantenere la maglia rosa.
Binda si aggiudico la tappa della Sila che, tuttavia non provocò sussulti in classifica
Fu a Roccaraso, al primo vero arrivo in salita, che Anquetil
dovette alzare bandiera bianca. Sulle salite abruzzesi a lui care,
Bartali attaccò insieme a Merckx e
all’arrivo precedette il belga di un
secondo. Binda fu terzo, a 46 secondi ,mentre Coppi non andò oltre il quarto
posto, a 53 secondi dal rivale di sempre. Anche Gimondi e Bobet non brillarono
, accusando distacchi superiori al minuto. E se prevedibile fu l’ultimo posto di Girardengo , la vera sorpresa di giornata fu il crollo
di Anquetil; settimo a due minuti e otto secondi.
La maglia rosa passò sulle spalle di Merckx, con 27 secondi di vantaggio su Coppi e 1’ e 28” su Anquetil.
Ma anche il giorno successivo, nella tappa di Teramo, i
magnifici otto si diedero battaglia .
Furono Merckx e Coppi ad involarsi insieme e sul traguardo si impose in volata il belga. A otto secondi Binda, Bartali e
Anquetil, che si era ripreso dalla sberla del giorno precedente, mentre
Girardengo finì a sedici secondi.
I battuti di giornata furono Gimondi e Bobet che , entrambi vittime di una caduta, accusarono un ritardo di 1’ e 42”.
Le due tappe
successive , a Gatteo a Mare e Sirmione, furono appannaggio di Girardengo - che
andò a conquistare la sua quinta vittoria- e di Merckx.
Alla viglia della prima tappa alpina il motivo del Giro si
era ormai delineato: la sfida sarebbe stata tra Merckx e Coppi. Il belga aveva
già vinto cinque tappe, mentre Fausto era ancora a digiuno di successi: in salita era stato battuto da Bartali,
a cronometro aveva dovuto incassare due sconfitte da Anquetil. Quest’ultimo non poteva considerarsi del tutto fuori dai giochi, perché aveva dalla sua l’ultima
lunga prova a cronometro e se avesse resistito sulle salite….. Poi c’era Bartali, che poteva inventarsi qualcosa sulle
salite finali e puntare quantomeno al
podio.
Nell’arrivo in salita di Pecol Coppi colse il suo primo successo di tappa :arrivò in
solitaria e per soli tre secondi non
riuscì ad impossessarsi della maglia rosa. Precedette Merckx di 24 secondi, Bartali di 34, Binda di
1’ e 26”. Anquetil diede l’addio al
sogno di conquistare il Giro, arrivando settimo a due minuti e 49 secondi.
Il giorno dopo, nella
frazione di Cles furono ancora Coppi e Merckx i protagonisti. Fausto provò ad
attaccare il belga sul Passo della Mendola, ma venne raggiunto in discesa e battuto in volata Binda fu terzo , staccato di tre secondi .Bartali
e Gimondi arrivarono a 24 secondi, mentre Bobet, Anquetil e Girardengo a
27.
Restava lo Stelvio, il tetto del Giro, la salita sulla quale
Coppi aveva ottenuto la sua ultima vittoria a l Giro d’Italia.
C’era molta curiosità
sull’esito della tappa: il computer avrebbe freddamente elaborato i dati statistici che
gli erano stati forniti ? O avrebbe regalato una sorpresa?.
La tappa andò come gli appassionati speravano che si sarebbe
svolta Coppi andò in fuga sin dalle prime battute ,
venne raggiunto, ma sullo Stelvio iniziò, come era accaduto nel 1953,il suo
fantastico volo, facendo il vuoto alle sue spalle
Arrivo da solo a Sondrio , distanziando Merckx e Bartali, i più immediati inseguitori, di un minuto e tre secondi e conquistando la maglia rosa. La nuova classifica generale vedeva alle sue spalle Merckx, staccato di un minuto. Bartali era salito al terzo posto, a tre minuti e trentuno secondi, Binda , quarto, a oltre cinque minuti.
La sfida per la vittoria finale era affare tra i primi due ,
e si sarebbe decisa nella lunga
cronometro di Turbigo. Sarebbe stato sufficiente, per Coppi, il vantaggio di un minuto sul belga, da
difendere lungo i cinquanta chilometri della prova contro le lancette?
Fu un duello appassionante: Merckx volo’ ( o, meglio, il
computer lo fece volare) sul filo dei cinquanta all’ora e si
aggiudicò la vittoria, ma non bastò per vincere il Giro . Coppi si difese alla
grande e cedette solo la miseria di dieci secondi, Terzo fu Anquetil, che non
seppe ripetere la prestazione di Pisa e
finì distanziato di un minuto e 44 secondi.
Il Giro era ormai
finito e il giorno dopo, nella tappa conclusiva, Merckx ebbe ancora la
forza di imporsi in volata sugli altri
sette: la sua ottava vittoria!
La classifica finale fu la seguente : primo Coppi e , sugli
altri gradini del podio, salirono Merckx
, secondo a cinquanta secondi e Gino Bartali, terzo a 6’27”. Binda fu quarto a 8’ e 01” , quinto Anquetil a 8’ e 48”. Gimondi fu sesto a 9’ e 22”,
settimo Bobet e ultimo Girardengo.
Il computer decretò, quindi che, almeno in quel Giro Coppi
era stato più forte di Merckx il quale,
peraltro, vinse ben otto tappe.
A Bartali , che si era aggiudicato le frazioni di Roccaraso
e Orvieto, era stato riconosciuta la sua forza nelle salite appenniniche . Binda
vinse tappe in volata , ma solo sulla
Sila seppe emergere .
Anquetil , oltre al
prologo, fu vittorioso nella crono di Pisa, ma alla distanza pagò dazio.
Girardengo vinse ben
cinque tappe in volata mentre Gimondi e Bobet
accusarono colpi a vuoto e il
loro Giro fu piuttosto opaco.
Fu, quello ideato da Ferretti, un esperimento che divertì noi che lo ascoltavamo tutti i
giorni e che preparò il Giro, che sarebbe iniziato il 15 maggio.
E dal confronto tra
il Giro virtuale e quello reale emergono
alcuni dati curiosi . Anquetil fu più veloce di Moser nel cronoprologo, cosi
come Merckx fu più veloce di Saronni nella cronometro conclusiva
Anquetil perse la maglia rosa a Roccaraso . e la stessa sorte
accadde a Visentini.
Merckx dovette
inchinarsi a Coppi nella tappa dello Stelvio cedendogli il simbolo del primato
, cosi come accadde a Panizza nei
confronti di Hinault
Nel confronto tra i
velocisti Girardengo vinse cinque tappe
in volata, Saronni sei.
Il distacco del terzo classificato, Bartali, fu di 6 minuti
e 27, mentre quello di Battaglin , anch’egli terzo , fu di 6’ e 03”
A Roccaraso arrivarono in coppia Bartali e Merckx, ma anche Hinault e Panizza . Terzi, rispettivamente, Binda e Saronni,
distanziati l’uno di 46 secondi e l’altro di 42 .
A Orvieto Bartali precedette di un secondo Merckx e Coppi, Visentini, vincitore della
tappa reale , precedette di un secondo Fernandez.
Nell’arrivo in salita di Pecol i vincitori ( Coppi e Battaglin)
conclusero in solitaria
I vincitori delle prove contro il tempo, in entrambi i
casi, non vinsero il Giro
Nell’uno e nell’altro Giro, il podio non subì modifiche dopo
la tappa dello Stelvio
In conclusione, quindi , si può affermare che il computer non aveva lavorato
male e che i dati inseriti erano stati
ben ponderati.
Sarebbe interessante ripetere l’esperimento a distanza di
oltre quarant’anni, approfittando dell’evoluzione degli strumenti
informatici e allargando la competizione a quei campioni
che si sono nel frattempo avvicendati alla
ribalta del ciclismo .
Coppi vincerebbe il Giro del terzo millennio ? E come si comporterebbero Pantani ,
Hinault, Indurain ?
Credo che ci divertiremmo ancora, come quando eravamo ragazzi
…..
Commenti
Posta un commento