Un treno per Laigueglia

 

                           












I collegamenti ferroviari nella Riviera Ligure di Ponente, è cosa nota,   sono sempre stati problematici.

La ferrovia Genova- Ventimiglia,  inaugurata nel 1872 a binario unico, mantenne questa caratteristica  per lungo tempo: dopo quasi un secolo ,solo 39 chilometri di tratta erano stati raddoppiati  e, a tutt’oggi, tra Andora e Albenga e tra Loano e Finale ligure  si viaggia ancora  su un solo binario.

Innumerevoli i passaggi a livello lungo la Via Aurelia : ricordo bene quelli ancora esistenti, alla fine degli anni 60, tra Voltri e Varazze.

Anche la circolazione  stradale, prima dello spostamento  a monte della ferrovia, era fortemente penalizzata

                                                                           



Neppure le gare ciclistiche potevano sottrarsi a tali “forche caudine”,in primis la Milano -Sanremo. Non era infrequente ( e lo testimoniano le numerose  foto d’epoca) che i corridori  si trovassero di fronte a passaggi a livello abbassati: li superavano scendendo di sella o compiendo  vere e proprie acrobazie, talvolta litigando con inflessibili casellanti.


                                                                                      



                                                                               


Nulla di che rispetto a quanto accadde al Trofeo Laigueglia del 1968.

In quell’anno, la quinta edizione della gara d’apertura del calendario nazionale, prevedeva   la doppia ascensione al Testico  e , dopo il passaggio ad Andora  e l‘ultima asperità di  Capo Mele, la picchiata su Laigueglia.

                            


La corsa , quella volta, non era stata particolarmente combattuta. Il protagonista di giornata era stato il giovanissimo olandese Duyndam che aveva acceso le polveri dopo una ventina di chilometri. A lui si erano via via uniti altri quattordici corridori ( Armani , Guerra , Denti, Gimondi, Vicentini, Adorni, Gualazzini, Dancelli, Panizza, Brunetti, Vittiglio, Soave, Poggiali e Marchesi) che, superato il Testico,  sembravano destinati a giocarsi la vittoria sul lungomare  della cittadina rivierasca. Il gruppo era ormai irrimediabilmente distanziato; I favoriti della vigilia ( assenti Motta e Bitossi) erano là davanti e solo Zilioli era rimasto attardato.


                                                                 


              

                                                                            

Arrivati ad Andora, i battistrada si trovarono di fronte ad un passaggio a livello  chiuso. La cosa, di per sé, poteva rientrare nella normalità, almeno per quanto riguardava il Ponente Ligure.

La  vera novità era che sulle rotaie  si trovava un treno, , a cui era stato imposto un forzato arresto a causa del famoso binario unico. 

Frenano i corridori , e  si interrogano sul da farsi.

Dopo qualche istante di esitazione Felice Gimondi – se di sua iniziativa o perché ”imbeccato” dall’ammiraglia non è dato sapere- rompe gli indugi: supera la sbarra  e apre la porta del vagone che ha di fronte. Sale con la bicicletta   sul treno e scende dal lato opposto riprendendo la corsa come se nulla fosse.  A quel punto gli altri non stanno a guardare :  chi da solo, chi con l’aiuto di qualche stupito  viaggiatore,  i  compagni di fuga seguono l’esempio del bergamasco. Il primo è Dancelli, a cui non manca certo l’intraprendenza, e dopo di lui   Brunetti e Gualazzini.


                            


 Duyndam Adorni, Denti e Panizza completano l’insolita processione.  Sono momenti concitati, perché il treno potrebbe ripartire da un momento all’altro. E non è neppure facile camminare con gli scarpini da ciclista sulla massicciata ferroviaria, che presenta un dislivello rispetto alla sede stradale . 

Luciano Armani sceglie di passare con la bici sotto i respingenti tra una carrozza e l’altra . E riesce a compiere la pericolosa operazione pochi secondi prima che il convoglio riprenda la sua corsa!

E Gimondi? Felice ci prova ad avvantaggiarsi, ma sulla salita di Capo Mele viene dapprima raggiunto e poi distanziato da sette corridori (Adorni, Dancelli, Denti, Armani, Gualazzini, Duyndam e Panizza), gli stessi che vanno a disputare la volata. 

                            


Sul lungomare di Laigueglia  Dancelli, rispettando i pronostici della vigilia,  la spunta su Armani e  Duyndam , cogliendo il primo successo della stagione in maglia Pepsi-Cola. Gimondi  arriva distanziato di  diciotto secondi, in compagnia di Brunetti.


                                                                          


Il giorno successivo un giornale  titolerà: “ Dancelli più veloce del treno”.

Già, proprio quel treno per Laigueglia.


Mario Silvano

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