Panizza, De Vlaeminck e la Milano-Torino del Centenario
Vladimiro Panizza ,
dopo avere superato Ponte Umberto ,
restò impressionato dalla moltitudine di
folla assiepata in
Viale Vittorio Emanuele.
Percorse a tutta velocità il tratto di strada che lo
separava dal traguardo e arrivò in Via Roma
a braccia alzate.
Era una giornata speciale, quel sabato 6 settembre del 1975 . La Milano- Torino, la
corsa in linea più antica del mondo, celebrava il suo centenario. Il giorno
prima. nella galleria Vittorio Emanuele di Milano, i campioni vecchi e nuovi delle due
ruote ( c’era anche Tano Belloni, vincitore nel 1918) avevano
soffiato sulle cento candeline apposte
sulle torte preparate per l’occasione.
Assenti Merckx e il neo
campione del mondo Kuiper, i favori del pronostico erano per Roger De Vlaeminck, vincitore dell’edizione precedente e di
quella del 1972. Ma anche Francesco Moser, che aveva provato l’impegnativo finale
con le salite di Superga e della Maddalena, aveva fatto un pensierino alla
vittoria.
La corsa, come previsto, si infiammò sulla salita di Superga,
quando De Vlaeminck cercò di scrollarsi di dosso i suoi avversari più temibili. Non ci
riuscì, e subito dopo scattò Panizza. il
quale incrementò il suo vantaggio tra Superga e l'inizio della salita della Maddalena. Aggredì con foga le rampe dell'ultima ascesa, scollinando con un minuto di vantaggio sugli
inseguitori.
Si gettò poi a capofitto nella discesa sulla città sabauda , andando a cogliere uno splendido successo in una cornice di pubblico straordinaria
I commenti apparsi
sui giornali dell’epoca parlarono di una “ vittoria per delega” da parte di De Vlaeminck: il capitano della Brooklin,
vista la difficoltà a distanziare i rivali, avrebbe dato disco verde al
suo gregario , meritevole di una
giornata di gloria.
Sembrava quasi uno scenario da “libro Cuore”: d’altra parte
eravamo a Torino, la città dove era stato ambientato il romanzo di De Amicis.
Ma andò veramente cosi?
Nel libro che Andrea Bacci
ha dedicato al corridore varesino ( Il
sogno interrotto di Miro Panizza-l’emozionante sfida con Hinault al Giro d’Italia,
edito nel 2008) viene riportata la testimonianza di Giuseppe Luoni, amico da sempre
di Miro, secondo il quale l’allora
gregario di De Vlaeminck ” era scattato sulla salita di Superga, ma aveva l’ordine
di aspettare il bega per tirargli la volata. Arrivato in cima da solo, si è
detto ”ma chi se ne frega” ed è andato giù da solo, vincendo la corsa. C’erano
dei grandi premi per il vincitore, e la smania di vincere fu più forte di lui.
In albergo, però, è dovuto scappare perchè De Vlaeminck lo voleva picchiare”
Una versione molto
diversa da quella apparsa sulla stampa dell’epoca e, soprattutto, più credibile.
Non era un segreto, infatti, che il campione belga non godesse di particolari simpatie per Miro.
Gli diceva ” Sei troppo piccolo, Vladimiro, non vincerai mai”. Tant’è che
comprò un pony e lo chiamò Panizza. Un gesto non proprio affettuoso da parte di
un capitano che voleva obbedienza assoluta e non ringraziava mai .
Erra troppo per non scalfire l’orgoglio dell’atleta varesino
che, nel 1976, cambio casacca, passando alla SCIC
Tutti questi elementi, in definitiva, inducono a ritenere che il trionfo di Panizza
, in quella storica edizione della Miano- Torino, fu vittoria vera, ottenuta grazie al suo coraggio ed alla
sua determinazione, e non certo per gentile concessione di De Vlaeminck.
Era proprio una roccia, il piccolo Miro: se ne sarebbe accorto anche Hinault , al Giro d'Italia del 1980....
Mario Silvano
Commenti
Posta un commento