Liegi 1980: la strepitosa impresa di Hinault sotto la neve
Comodamente seduto su una poltrona, nella hall dell’albergo che l’ospitava, Giuseppe Saronni rispondeva sereno alle domande dei giornalisti. Alla vigilia della Liegi era lui l’uomo da battere. Sullo schermo scorrevano le immagini di un servizio che la televisione belga gli aveva dedicato, ed i giornali erano pieni delle sue foto. Quello scatto sulla còte d’Annette - quando aveva lasciato sui pedali Hinault - e la rincorsa sul fuggitivo Nillson avevano impressionato i più scettici: doveva recuperare 53” sull’intraprendente svedese e mancavano undici chilometri al traguardo. Gliene erano bastati meno di cinque per agguantarlo, e la vittoria in volata era stata solo una formalità... Era pur vero che, solo alcuni giorni prima, Francesco Moser aveva trionfato a Roubaix , cogliendo il terzo successo consecutivo sul pavè, ma quello scatto del “Bimbo” aveva lasciato il segno. “Se sto bene, provo a vincere la Liegi. La mia parte l’ho già fatta, ma la condizion