Il Giro e la Marmolada ( seconda parte).1970: il trionfo di Dancelli, il suo ricordo.

 

                                                                                 




Il 5 giugno del 1970 è una bella giornata, quando i corridori si presentano alla partenza da Arta Terme. La determinazione di Torriani è  stata premiata perchè , a differenza di quanto avvenuto l'anno prima , il Giro d'Italia arriverà sulla Marmolada. 

C’è anche Merckx, stavolta, e il percorso di 180 chilometri prevede il passaggio sui Passi Mauria, Forcella Cibiana e Forcella Staulanza, prima dell’arrivo ai 1450 metri di Malga Ciapela.    


                             


                                                                                                                         


E’ la terz’ultima tappa del Giro: Eddy veste il simbolo del primato in classifica, con un vantaggio di 2’41” sul danese Ole Ritter e di 2'52" su Gimondi,  e  sembra avere la vittoria in tasca .


                                                                       




Potrebbe starsene tranquillo, Eddy, ed invece va all’attacco all’inizio tappa, sulla salita di Sella Valcalda, subito dopo la partenza ....

Di quella tappa. di quella prima volta della Marmolada, ne abbiamo  parlato con Michele Dancelli, sempre generoso  nel condividere i ricordi  della sua splendida carriera . Il campione di Castenedolo si aggiudicò quel prestigioso traguardo  e  ci confessa  che  da allora non è più ritornato lassù.
 
" Merckx è partito fortissimo sulla prima salita di giornata " ricorda Michele " staccandoci tutti. Solo io l'ho tenuto nel mirino, ad una quindicina di metri, e l'ho ripreso in pianura. Poi sono rinvenuti da dietro  anche gli altri protagonisti di quel giorno  ed  a quel punto la sua azione   si è esaurita . Merckx, da allora, non ha più tirato".

 Le cronache di quel giorno raccontano che  verso il Passo della Mauria scattò Rosolen , seguito da Zilioli, Frisato, Francioni e dallo spagnolo Ponton. Italo è compagno di squadra di Merckx : probabilmente- si pensa- gli è stata data via libera per la vittoria di tappa, una sorta di risarcimento per l’opportunità svanita l’anno precedente. Strada facendo, tuttavia, il vantaggio di Zilioli aumenta: è di 3'30 in vetta al Mauria e ,sul Cibiana, arriva a toccare i 5’40”. Solo lo spagnolo Ponton è rimasto con il torinese che, a quel punto, si trova ad essere maglia rosa virtuale.

"Zilioli  sembrava che scherzasse  quando è partito in avanscoperta", ricorda Michele, che aggiunge :  "Lì per lì abbiamo pensato ad un accordo tra lui e Merckx, come se Italo costituisse  una testa di ponte per la maglia rosa. In realtà , secondo me, non c'era un vero  accordo tra i due della Faemino"  


                                                                              

                                                                         

Gimondi non può restare inattivo e sulla Forcella Staulanza passa al contrattacco: Merckx lo agguanta ma non collabora. Il vantaggio di Zilioli , ormai solo là davanti, si è ridotto a 1’30, ma prosegue verso una vittoria di tappa prestigiosa.

" Gimondi quel giorno ha tirato fortissimo, non l'ho mai visto cosi generoso  nel guidare un inseguimento", sottolinea Dancelli. "Quando il vantaggio di Zilioli  aveva raggiunto i cinque minuti, Felice ha temuto  di perdere il secondo posto in classifica e tirava a più non posso.  Generoso,davvero!


                                                                        





Sulle rampe di Malga Ciapela, invece, il filiforme torinese si pianta. È in fuga da quasi 140 chilometri e la fatica si fa sentire . Quando mancano quattro chilometri al traguardo, arrivano in sei alle sue spalle. Oltre a Merckx, ci sono Gimondi, Bitossi, Dancelli, Van Den Bossche e Gosta Pettersson.                                                                                 



Michele Dancelli – in gran spolvero, quell’anno- scatta a mille metri dal traguardo  e fa il vuoto. La sua è una rasoiata secca  e, in una curva, rischia addirittura di cadere rovinosamente  sulla ghiaia . Sembra interminabile, quel chilometro di sterrato, tutto all'insù, ma stringe i denti Michele e nessuno riesce  a seguirlo.  E’ sua la Marmolada: arriva alzando un braccio  ed è una vittoria - la quarta in quel Giro - per distacco.

                                                                       


                                                                      

"Quando abbiamo raggiunto Zilioli, " ricorda Michele "si è scatenata la bagarre tra me e Bitossi, che il giorno prima, grazie alla sua vittoria ad Arta Terme, mi aveva sfilato la maglia ciclamino. Ho risposto al suo scatto  quando mancava poco più di un chilometro al traguardo di tappa. L'ho affiancato e sono scattato a mia volta. Mi sono girato e non c'era più nessuno alle mie spalle.  Quel tratto di salita era molto duro, c'erano quattro dita di sabbia e ghiaia  : non era facile restare   in bicicletta. In una curva ho rischiato  di cadere . C'era tanta gente che mi incitava  e che mi avrebbe pure spinto, ma io gridavo ai tifosi: tenetemi su!


Bitossi arriva a tredici secondi, Van Den Bossche a 15, e con lui Eddy Merckx. Gimondi è quinto a 37 secondi, Zilioli a 40, lo svedese Pettersson a poco più di un minuto. Sono loro l’elite del Giro, ed è un abisso quello che hanno scavato con gli altri. Ugo Colombo, ottavo, arriva a poco meno di otto minuti e con lui è Ole Ritter , che scende definitivamente dal podio.                                                                              




E’ raggiante Dancelli, che riconquista la maglia ciclamino e passa al quarto posto in classifica generale , ma non mancano le polemiche tra gli italiani.
Dancelli e Van Den Bossche    sono accusati di avere favorito il rientro di Merckx, per contenere il distacco di Zilioli.
Gimondi accusa i connazionali di aver corso contro di lui e, secondo Adorni, Merckx avrebbe potuto addirittura perdere il Giro, se solo Zilioli avesse mantenuto il vantaggio accumulato.

Dancelli, a distanza di oltre cinquant'anni dal quel giorno, respinge le accuse :" Non abbiamo corso contro Gimondi. Lui, ribadisco, è stato il più generoso  nel guidare l'inseguimento a Zilioli. Io, semmai , avevo interesse ad annullare il distacco perchè Italo mi precedeva di poco in classifica generale
 
Italo è rammaricato ma è onesto, come sempre: non ci ha creduto fino in fondo e se ha perso e solo colpa sua. Però ci teneva a quella vittoria: non riesce a trattenere le lacrime ed è il suo capitano a consolarlo, abbracciandolo dopo l’arrivo. Peccato, perché a Zilioli quella tappa annullata l’anno precedente gli era rimasta nel cuore: era addirittura andato a vedere la salita finale, col proposito di rifarsi.
Ma in quel Giro Dancelli era incontenibile, capace di primeggiare in ogni situazione di corsa. 

                                                                               




Tra lacrime e polemiche, la scommessa di Torriani è vinta. Il Giro è arrivato sulla Marmolada, ai piedi della grande montagna.
Resterà l’unico arrivo nella Storia del Giro, quello di Malga Ciapela. 
La prossima volta la carovana non si sarebbe fermata davanti alla stazione della funivia, ma avrebbe proseguito per arrivare lassù al Fedaia. Il marchigiano Polidori avrebbe avuto l’onore, nel 1975, di scollinare per primo e, dopo di lui, altri campioni avrebbero conosciuto la durezza di quelle rampe
Solo allora avremmo scoperto che la “vera” Marmolada iniziava proprio da Malga Ciapela e che Torriani – da grande comunicatore qual’era , ci aveva giocato uno scherzo.


                                                                         




Quest’anno  il Giro arriva davvero sulla Marmolada e lo aspetteremo con lo stesso entusiasmo e la stessa curiosità di quella prima volta.
Ci sarà battaglia tra i big della classifica e chissà quanta gente accompagnerà i corridori su quei drittoni infiniti!
Per noi, ragazzi degli anni ‘50, si rinnoverà un' emozione che - a distanza di tanti lustri - non abbiamo ancora dimenticato.
E sarà – ne siamo certi - proprio come allora, quando Michele Dancelli, in un pomeriggio di inizio Giugno, sbucò dai Serrai di Sottoguda in splendida solitudine e acciuffò una delle più belle vittorie della sua carriera.
All’ombra della Marmolada, la Regina delle Dolomiti.

Mario Silvano 

 https://giriditalianehovistitanti.blogspot.com/2022/05/il-giro-e-la-marmolada-prima-parte-1969.html


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